Il tema della cultura e della civiltà costituisce un riferimento costante del lavoro psicoanalitico. Basti pensare ad alcuni testi di Freud che vanno da “La morale sessuale ‘civile’ e il nervosismo moderno.” del 1908, a “Il disagio della civiltà” del 1929/1930, ad “Analisi terminabile e interminabile” del 1937.
I riferimenti alla letteratura, all’arte, all’antropologia, alla filosofia, alla storia, all’educazione sono indispensabili per ampliare la possibilità di comprendere la complessità umana. Le numerose rappresentazioni culturali di ogni tempo documentano ciò che va oltre i semplici protocolli razionali che mai esauriscono la pluralità delle interpretazioni possibili della realtà.
Oggi la crisi della politica, l’ambiguità del concetto di diritto, la dissoluzione dell’identità di genere, la dimensione della guerra, la dimensione multietnica ci immergono in una complessità da analizzare con criteri diversi da quanto finora si è tentato di giustificare.
La psicoanalisi interroga i media, il cinema, i video, le installazioni artistiche, le forme teatrali anomale, le letterature di genere allo scopo di evidenziare tratti della dimensione psichica dell’umano, che si vorrebbe poter tacitare tramite un sistema protocollare che ritiene di poter mettere da parte la riflessione e il pensiero soggettivo, rendendo gli individui simili a oggetti che fanno la loro comparsa in un catalogo.
L’inconscio, dato vitale dell’esistenza, mette il soggetto di fronte a una coscienza dell’enigma, del non sapere, e lo stimola a interrogarsi e a riconoscere manifestazioni di sé che esulano dai format precostituiti dal mercato.
A questa dimensione si riferisce la psicoanalisi che ritrova nella cultura i tratti arcaici esistenti in tutte le forme di rappresentazione umana, espresse attraverso artifici e tecniche anche di grande finezza.
La Società Italiana di Clinica Psicoanalitica da lungo tempo pone attenzione al cinema permettendo una lettura specifica dei testi filmici, grazie a un lavoro di gruppo che focalizza i tratti dell’inconscio nel quotidiano.
L’arte contemporanea ha marcato con forza un elemento totalmente rimosso dalla cultura ufficiale, il tema della caducità, che rimanda alla malattia, al dolore, alla menomazione, alla morte: i confini del tempo della vita. Anche a questa elusione dell’esistenza del dolore dobbiamo prestare attenzione.
Allo stesso modo, in letteratura, si propongono testi come medium di lavoro, come piattaforma di scambio. La saggistica e le pubblicazioni di vario tema sono un altro focus della S.I.C.P.. Allo stesso modo la musica, la danza, il teatro, la pittura mettono in scena il corpo, conditio sine qua non dell’esistenza … dello stesso inconscio!
Ecco perché Psicoanalisi e Cultura!